Contrattazione aziendale, il Tuir (testo unico delle imposte sui redditi) concede diverse possibilità di defiscalizzazione, tra le quali figurano anche i buoni pasto concessi dai datori di lavoro ai propri dipendenti.
Una forma di defiscalizzazione tra le più diffuse perché costituisce un doppio vantaggio per l’azienda, che può dedurre i buoni pasto sia per quanto riguarda il fisco che la contribuzione.
Il loro valore è pari a 5,29 euro e, considerati vero e proprio denaro, possono essere spesi in tutti gli esercizi commerciali aderenti, anche se i buoni pasto nel tempo hanno perso potere d’acquisto.
lavoro.it
Regime dei minimi 2015: le nuove regole IVA e Irpef
Con la manovra finanziaria (Dl 98/2011) è entrata in vigore la riforma del regime dei minimi (articolo 27). La nuova disciplina ha escluso molti contribuenti (ex minimi), ma per quelli che risultano ancora in possesso dei requisiti, ovvero i nuovi minimi, sono previste interessanti agevolazioni fiscali, come l’esenzione IVA e l’IRPEF al 5%.
IVA e regime dei minimi
Dunque i contribuenti che rientrano nel nuovo regime dei minimi da una parte non possono addebitare l’IVA ai clienti/committenti e dall’altra non possono portarla in detrazione per gli acquisti effettuati.Spesometro dal 31 gennaio 2015: obblighi per operatori e imprese
Si avvicina la scadenza per lo Spesometro, l’adempimento prorogato al 31 gennaio 2012 tramite cui il Fisco mira a verificare la posizione reddituale di imprese e professionisti. , i quali dovranno comunicare le operazioni rilevanti ai fini IVA di importo sia pari o superiore a 3.600 euro.
Pagamenti tramite POS
In caso di pagamenti tramite Pos i vincoli di comunicazione legati allo Spesometro vedono coinvolti, per effetto del Provvedimento attuativo del 29 dicembre 2011 dell’Agenzia delle Entrate, gli operatori finanziari.Liberalizzazioni e incentivi: il pacchetto imprese del Governo Monti
La fase due annunciata dal governo Monti è concentrata sulla crescita, con diverse misure che riguardano le Pmi italiane: il primo atto è il decreto sulle liberalizzazioni, il secondo riguarda semplificazione burocratica e incentivi alle imprese, passando per le norme di contrasto al ritardo nei pagamenti dalla PA.
Un cammino di nuove riforme che però è accidentato, soprattutto per il decreto liberalizzazioni, con le proteste delle varie categorie che vengono toccate.
Un cammino di nuove riforme che però è accidentato, soprattutto per il decreto liberalizzazioni, con le proteste delle varie categorie che vengono toccate.
Semplificazione burocratica
La riforma del contratto di Apprendistato

La riforma
Con l’introduzione del Testo Unico sull’Apprendistato (decreto legislativo 167/2011) si esplicita l’obiettivo principale di questo contratto, ossia la formazione obbligatoria per il dipendente. Per incentivarne la diffusione, alle aziende che assumono apprendisti viene data la possibilità di usufruire di agevolazioni contributive.Entro sei mesi dall’entrata in vigore del dl 167/2011 avvenuta lo scorso il 25 ottobre, Regioni e parti sociali dovranno adeguare le discipline di riferimento. La normativa, infatti, può essere utilizzata solo quando saranno completati i processi attuativi per ciascuna delle tre tipologie di contratto di apprendistato. Se questo non dovesse accadere sarebbe, comunque, possibile applicare quanto previsto dal decreto legislativo.
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